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  Si riaccende il dibattito sul sovraffollamento turistico

L’Organizzazione mondiale del turismo definisce il sovraffollamento turistico, o overtourism, come “l’impatto del turismo su una destinazione, o parti di essa, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori”.

Questo è un tema ormai noto nel settore turistico. Se ne parla da ben prima del ‘periodo Covid’. Eppure, sta tornando nuovamente alla ribalta proprio dopo la ripresa del settore negli ultimi due anni. Sembrava infatti che la pandemia avesse inaugurato un nuovo indirizzo, teso a un approccio più sostenibile ed etico al turismo.
In particolare, le scorse vacanze pasquali hanno ulteriormente mostrato la tendenza legata al turismo di massa e allo snaturamento dei territori.
Recentemente, Responsible Travel (agenzia che organizza viaggi “verdi”, responsabili) ha pubblicato un report sul fenomeno. Tra le 98 destinazioni a rischio interessate dall’overtourism, tre si trovano in Italia: Venezia, Cinque Terre e Roma.
Il fenomeno, che ha natura globale, interessa anche altre aree d’Italia partendo dal Trentino-Alto Adige fino alla Costiera amalfitana.

Venezia

Tra le città maggiormente investite da questo fenomeno, come già anticipato, Venezia certamente si pone ai primi posti.
Si è molto discusso infatti della possibilità di “chiudere” la città, anche in senso figurato. Ci si riferisce sostanzialmente alla possibilità di accedervi acquistando un biglietto online – si potrebbe dire al pari di un ingresso al museo – tramite tornelli posizionati agli ingressi della città.
Questa misura, approvata dalla giunta comunale, avrebbe dovuto vedere la luce a partire dallo scorso gennaio 2023. Tuttavia, è stata osteggiata, non solo a livello nazionale, ma anche dagli stessi esercenti della laguna, i quali vedrebbero senz’altro diminuite le proprie entrate a causa di una drastica riduzione delle presenze turistiche in città.
Queste proposte sarebbero frutto di un vero e proprio spopolamento che sta interessando la città. Il numero dei residenti nella “città storica” sarebbe sceso al di sotto la soglia dei 50mila. Dall’esito di statistiche svolte sul capoluogo veneto, per ogni residente ci sarebbe un posto letto per turisti. Ciò inevitabilmente comporta un aumento delle attività commerciali dedicate ai turisti e una conseguente desertificazione del tessuto sociale.

 

La Cinque terre

Altra zona fortemente colpita da questo fenomeno sono le Cinque Terre.
Da tempo le amministrazioni locali si interrogano sulla gestione del flusso turistico, specie in un territorio che si presenta fragile dal punto di vista morfologico e con delle risorse limitate. Si tratta infatti di cinque piccoli borghi, che contano complessivamente poche migliaia di residenti.
La Ministra Santanché è stata interrogata sul punto in occasione della Conferenza programmatica sul turismo organizzata dal comune di La Spezia. Ha parlato della necessità non di subire ma di organizzare il flusso turistico, reindirizzandolo verso offerte alternative per valorizzare aree interne, meno conosciute. Pertanto, auspica una differenziazione dei flussi, dopo averli studiati.
Più concretamente, tra le proposte si segnala la previsione di sensi unici sui sentieri a picco sul mare, sempre molto affollati, che collegano i vari borghi. Era già stata prevista la necessaria prenotazione proprio per percorrere la famosa Via dell’amore.
A Portofino è stato ad esempio vietato lo stazionamento di persone in gruppi in attesa dei battelli, per evitare pericoli derivanti dall’eccessiva densità di persone rispetto alla superficie disponibile molto piccola.
Le amministrazioni locali hanno poi chiesto l’intervento del governo al fine di prevedere misure di gestione dei flussi quanto agli ingressi nella zona, con possibilità di limitarne l’accesso nei periodi di maggiore affollamento.

 

Bolzano

Merita attenzione anche la proposta avanzata dalla Provincia autonoma di Bolzano.
Nel 2019 sono stati rilevati circa 240 mila posti letto nella provincia e sono stati valutati come il limite massimo sostenibile. È stato così fissato, anche a livello regionale, un tetto massimo pari a 34 milioni di posti letto durante tutto l’anno.
A questo si aggiunge il limite di adibire le abitazioni private in residenze per turisti. Tutto questo nell’ottica di un turismo sostenibile rispetto alle risorse naturali del territorio, nonché della sua forte identità culturale.

Alla luce di quanto emerso, risulta chiaro come il fenomeno si sia riacutizzato negli ultimi anni e di come si renda oggi particolarmente necessario riflettere sul tema e aprire un dibattito reale sulle possibili misure da adottare.

 

Attività

 

Dopo aver letto l’articolo, dividetevi in due o più gruppi in classe. Aprite un dibattito, moderato dall’insegnante, sulle possibili proposte per contrastare il sovraffollamento turistico, gestendo i flussi turistici senza rinunciare allo sviluppo economico, e valorizzando un turismo sostenibile.

Per orientare il dibattito, partite da questi spunti:
Siete d’accordo con la proposta di ridurre i flussi di turisti? Per quali ragioni? Ritenete che l’attuale modello turistico sia sostenibile nel tempo? Lo strumento del numero chiuso è attuabile? Riuscite a rilevare se nella vostra città ci sia un sovraffollamento turistico? E se sì, da quali elementi lo deducete? Quali potrebbero essere ulteriori soluzioni adottabili per favorire un turismo più sostenibile?

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 2, pp. 325 e ss.
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 5ed, vol. 2, pp. 340 e ss.; 452-455

 

 

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