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  Dal MEF in arrivo i nuovi BTP Valore destinati ai piccoli risparmiatori

A inizio giugno sono state aperte le contrattazioni per l’acquisto dei BTP Valore, una nuova scommessa del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) per incentivare gli investimenti da parte dei piccoli risparmiatori. Il risultato, al termine dei 5 giorni d’asta riservata al mercato retail, è da record: il Mef ha comunicato che sono stati raccolti 18.191,090 milioni di euro con 654.675 contratti registrati. In questo articolo ci occupiamo delle motivazioni che hanno spinto all’emissione di questi Titoli e delle loro caratteristiche.

 

A cosa servono i titoli di Stato?

I titoli di Stato sono di fatto obbligazioni, si tratta di prodotti finanziari che servono allo Stato per ottenere liquidità con cui finanziare il proprio debito pubblico. Per comprendere appieno il senso e l’utilità di queste operazioni facciamo un passo indietro.

Le operazioni finanziarie servono, in sostanza, a permettere la circolazione della moneta da soggetti creditori che ne hanno in eccedenza a soggetti debitori che ne hanno bisogno per le motivazioni più varie (ad esempio, far fronte ai propri pagamenti o realizzare nuovi investimenti). Queste operazioni, quindi, contribuiscono a realizzare vantaggi per entrambi i soggetti coinvolti:

  • I creditori possono impiegare il capitale che hanno in surplus e metterlo a frutto. Ogni prestito permette al creditore di ottenere gli interessi previsti dalla legge.
  • I debitori ottengono liquidità che può essere investita o impiegata per ridurre il carico dei propri debiti.

Ogni volta che viene sottoscritta una obbligazione, ad esempio, viene concordata una scadenza per il rimborso del capitale prestato e degli interessi che servano a remunerare il creditore.
Nel valutare un investimento, i creditori valutano l’equilibrio tra il rischio connesso allo stesso e il rendimento economico dell’operazione. Solitamente, a maggiori rischi corrispondono maggiori rendimenti, a minori rendimenti maggior sicurezza nell’operazione.

Per chi investe, i titoli di Stato hanno delle caratteristiche particolarmente interessanti. A fronte di interessi non particolarmente alti sul capitale investito, lo Stato è un debitore sicuro. Il rischio connesso alle operazioni di credito è più basso se a dover pagare è l’ente statale piuttosto che un’impresa privata (pensate al rischio del fallimento o alla puntualità nei pagamenti).

 

Perché lo Stato continua a indebitarsi?

Secondo i dati di fine 2022, il debito pubblico italiano è pari al 144,4 % del Pil (Prodotto interno lordo) e consiste di circa 2.757 miliardi di euro. Si tratta di un dato complesso da analizzare, nonché di una statistica che è stata notevolmente influenzata dagli eventi straordinari dell’ultimo triennio (la pandemia globale, il conflitto ucraino, l’aumento vertiginoso dell’inflazione nell’ultimo anno).

Ci si potrebbe chiedere perché lo Stato continua a contrarre nuovi debiti piuttosto che occuparsi semplicemente di diminuire le spese?
Come già detto ogni operazione di credito ha una scadenza fissata e degli interessi previsti. Se si rispetta la scadenza l’operazione si chiude lasciando entrambi i contraenti soddisfatti. Se, invece, non si riesce a rispettare la scadenza agli interessi pattuiti vengono sostituiti gli interessi moratori, più alti e gravosi da sostenere per il debitore.

Ogni anno, lo Stato ha bisogno di impiegare le proprie entrate per offrire i servizi pubblici ai cittadini, per migliorare le proprie infrastrutture e adeguarsi ai cambiamenti, per ripagare i debiti entro la scadenza ed evitare che questi aumentino considerevolmente il proprio valore. Dato che le entrate fiscali non sono sufficienti a coprire tutte e tre queste esigenze, lo Stato contrae nuovi debiti a scadenza futura.

 

I Btp Valore

Se avete sentito parlare di titoli di Stato, le sigle più comuni sono quelle dei Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) e dei Buoni del Tesoro Poliennali (BTP).
I BOT hanno una scadenza a breve termine: 3, 6 o 12 mesi con pagamento unico alla scadenza del titolo. I BTP invece sono titoli poliennali, con scadenza da 2 a 50 anni e con il pagamento degli interessi suddiviso in cedole semestrali, nel caso dei BTP Valore il mef ha optato per una scadenza fissata a 4 anni dall’emissione.

La caratteristica più interessante dei nuovi BTP Valore è quella di essere stati pensati per coinvolgere i piccoli risparmiatori, famiglie e imprese, nel debito italiano. Trattandosi di prodotti finanziari, i titoli di Stato vengono venduti attraverso gli intermediari autorizzati e vengono proposti ad una moltitudine di soggetti: banche, investitori esteri, istituzioni finanziarie, piccoli risparmiatori e alla BCE. Il titolo, dopo essere stato acquistato, può essere rivenduto sui mercati finanziari a un prezzo più alto o più basso di quello d’acquisto. Può anche essere rimborsato prima della scadenza, a patto di accettare un valore inferiore al suo valore nominale.  Queste possibilità ci permettono di chiarire che alcuni creditori sono più interessati alla speculazione di altri. In questo senso, per lo Stato è positivo che il debito circoli tra i piccoli risparmiatori poiché si tratta della categoria meno incline al rischio e alla speculazione. Le famiglie che investono nei BTP attenderanno con maggiore probabilità la scadenza del titolo per chiederne il rimborso. Proprio per questo, i BTP Valore promettono un premio fedeltà pari allo 0,5% per i sottoscrittori che manterranno il titolo senza rivenderlo per tutta la durata dei 4 anni.

La necessità di diversificare gli acquirenti del debito pubblico diventa ancor più comprensibile se pensiamo che, negli ultimi mesi, la Banca Centrale Europea (che detiene circa il 30% del debito pubblico italiano) ha avviato una politica di disimpegno nei confronti dei titoli di Stato.
Il buon risultato di questa prima emissione è certamente un segnale incoraggiante, senz’altro frutto anche degli sforzi di educazione finanziaria e di comunicazione dell’iniziativa.

 

Attività

Imparare ad investire con la CONSOB
L’educazione finanziaria sta diventando un’articolazione sempre più importante negli apprendimenti proposti dalle scuole superiori. Conoscere i principi basilari dell’attività di investimento è interessante per gli studenti e necessario per la nostra società. In quest’ottica, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) ha raccolto una serie di risorse e giochi per aiutare l’avvicinamento delle classi a queste tematiche. Vi proponiamo di partire dall’investigame realizzato in collaborazione con l’Università di Trento e disponibile a questo link: https://www.consob.it/web/investor-education/investire-non-e-un-gioco
Potete svolgere l’attività singolarmente o in piccoli gruppi e, una volta terminato il gioco, commentare in classe i risultati e le osservazioni emerse.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Righi-Bellotti, Il mondo dell’economia pubblica, pp. 244-258
  • Righi-Bellotti, Economia globale, pp. 242-258
  • Monti, Per Questi Motivi, articolazione RIM, Vol.2, pp. 436-441
  • Monti, Per Questi Motivi, vol. 2, pp. 178-183
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 5ed, vol. 2, pp. 285-286
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 5 ed, vol.1, pp. 545-547

 

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