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Legenda

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  Nuovo accordo sulla politica migratoria in Europa

Introduzione

I ministri degli Interni dell’Unione europea, riuniti a Lussemburgo al Consiglio Affari interni, hanno raggiunto l’accordo per riformare la politica migratoria e, in particolare, le procedure di frontiera e la gestione dell’asilo.

L’accordo, che ha riscritto la proposta fatta dalla Commissione nel 2020, ora dovrà essere discusso dal Parlamento europeo, che dovrà approvarlo. Le nuove regole, che prenderanno il posto del regolamento di Dublino III.

 

Cosa è la politica europea di immigrazione e di asilo?

L’obiettivo della politica migratoria dell’Unione è quello di avere una disciplina in materia migratoria lungimirante e globale, fondata sulla solidarietà che sappia affrontare in maniera equilibrata l’immigrazione sia regolare che irregolare.

Rispetto alla migrazione regolare, l’UE ha la competenza di definire le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi che entrano e soggiornano legalmente in uno degli Stati membri, anche per quanto concerne il ricongiungimento familiare.

Rispetto a quella irregolare, l’UE è tenuta a prevenire e a ridurre tale fenomeno, in particolare attraverso un’efficace politica di rimpatrio, nel rispetto dei diritti fondamentali. Infatti, l’UE ha la competenza di stipulare accordi con paesi terzi ai fini della riammissione nel paese di origine o di provenienza di cittadini di paesi terzi che non soddisfano le condizioni di ingresso, presenza o soggiorno in uno degli Stati membri.

L’obiettivo della politica dell’UE in materia di asilo è offrire uno status appropriato a qualsiasi cittadino di un paese terzo che necessita di protezione internazionale in uno degli Stati membri e garantire il rispetto del principio di non respingimento. In virtù di questo principio di diritto internazionale, si fa divieto agli Stati di rimpatriare le persone verso un paese in cui sussiste il rischio concreto che esse siano oggetto di persecuzioni, torture, trattamenti disumani o degradanti o qualsiasi altra violazione dei diritti umani.

Dunque, per ricapitolare, la garanzia del diritto di asilo prevede che chiunque fugga da persecuzioni o danni gravi nel proprio paese ha il diritto di chiedere protezione internazionale.

L’asilo è un diritto fondamentale che viene concesso alle persone che soddisfano i criteri stabiliti dalla Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati. Si tratta di un obbligo internazionale per gli Stati aderenti, tra cui figurano gli Stati membri dell’UE.

L’UE ha integrato le condizioni per l’ottenimento della protezione internazionale nel proprio corpus giuridico e ha ampliato il concetto creando una categoria di beneficiari di protezione internazionale aggiuntiva rispetto ai rifugiati, ossia i beneficiari di protezione sussidiaria.

Il diritto di asilo è garantito dagli artt. 18 e 19 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (CDFUE).
L’obiettivo dell’Unione in questo settore è avere una politica comune europea in materia di asilo che sia equa ed efficace in tutta l’Unione.

 

Come è regolata la materia?

È regolata dal Sistema Dublino, che serve ad armonizzare le politiche degli Stati dell’Unione europea sull’asilo.

Questo sistema ha la finalità di:

  • stabilire quali paesi sono competenti per l’esame delle richieste di asilo all’interno dell’Unione. Si basa sul principio del primo paese d’arrivo del soggetto, secondo cui lo stato responsabile per l’esame della richiesta è quello del primo ingresso nell’Unione.
  • assicurare a ogni richiedente che la sua domanda sia esaminata nel rispetto della convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951.

Tale sistema ha preso forma con la Convenzione di Dublino del 1990, poi sostituita dal Regolamento Dublino II (entrato in vigore nel 2003), a sua volta sostituito dal Regolamento Dublino III (entrato in vigore il 1° gennaio 2014).

Questo regolamento è stato duramente criticato perché sembra non garantire adeguatamente protezione ai richiedenti asilo, spesso costretti ad aspettare anni prima che le loro richieste siano esaminate. Inoltre, non tiene conto a sufficienza dei ricongiungimenti familiari e comporta una pressione maggiore per i paesi alle frontiere meridionali dell’Unione, che sono la porta d’ingresso per gran parte dei migranti e dei profughi. Questo è emerso soprattutto dopo la cosiddetta crisi dei rifugiati del 2015.
Da qui la necessità di una riforma del sistema. Tale riforma non è stata semplice perché è stato duro e complesso trovare un accordo tra gli Stati membri. Infatti, l’accordo preso l’8 giugno 2023 segna un passo storico e fatico ed è il prodotto di nove anni di lavoro.

 

Il nuovo Patto e i punti principali del patto

L’8 giugno 2023, i 27 paesi dell’Unione hanno trovato un accordo di riforma che sarà il punto di partenza per una nuova legislazione in sostituzione del Regolamento Dublino III.

Vediamo le novità più significative:

  1. Il Patto introduce un sistema a quote per il ricollocamento dei migranti, lasciando inalterato il principio del paese di primo ingresso che attribuisce ai paesi di frontiera la responsabilità di gestire l’accoglienza. Si allunga il periodo di questa responsabilità, nel senso che lo Stato sarà responsabile dell’accoglienza per un periodo di 24 mesi e non 12.
  2. Tutti gli stati dovranno partecipare alla redistribuzione dei migranti con una quota minima di 30 mila ricollocamenti all’anno. In alternativa potranno versare un contributo di 20 mila euro a migrante al fondo comune per la gestione delle frontiere esterne.
  3. Viene introdotto una “procedura di frontiera”, cioè una procedura accelerata e sommaria che si dovrà concludere entro 12 settimane dalla presentazione della domanda per l’esame delle domande di asilo dovrà avvenire.  Questa procedura si applicherà a tutti quelli che attraversano illegalmente la frontiera o quando il richiedente asilo proviene da “un paese terzo ritenuto sicuro”.

 

Attività

Fenomeno migratorio e Italia

Dopo aver letto l’articolo che si concentra sulla dimensione europea del fenomeno migratorio, svolgi una ricerca per comprendere meglio come questo è disciplinato a livello italiano.

In particolare, rispondi alle seguenti domande:

  • Come gestisce l’Italia la migrazione?
  • Come funzione il sistema di asilo?
  • Come è cambiato nel corso del tempo?
  • Quali gli svantaggi e i vantaggi della nostra legislazione?

Discuti i risultati della tua ricerca con l’insegnante e i tuoi compagni in classe.

 

Fonti per approfondire: