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  Le recenti modifiche all’IRPEF

Il 16 ottobre è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, in esame preliminare, un decreto legislativo volto a revisionare l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, conosciuta come IRPEF. Questa importante riforma è stata proposta dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ed è finalizzata a ridurre progressivamente l’imposta sul reddito per garantire una maggiore equità fiscale, preservando al contempo il principio di progressività, che rappresenta il fondamentale riferimento costituzionale in materia tributaria.

 

Ripassiamo alcuni concetti fondamentali

  • La progressività fiscale: secondo l’articolo 53 della Costituzione italiana, il sistema tributario italiano è basato sul criterio di progressività. Questo significa che l’imposizione fiscale aumenta progressivamente all’aumentare al reddito del contribuente. La progressività fiscale è stata introdotta per ridurre le disparità economiche, perché garantisce che coloro che guadagnano di più contribuiscano in misura maggiore al finanziamento dei servizi pubblici e delle spese dello Stato.
  • L’IRPEF è l’imposta che grava sul reddito delle persone fisiche. Si tratta di un’imposta diretta che colpisce i redditi dei cittadini, inclusi quelli da lavoro dipendente, della pensione, dei fabbricati e dei terreni ecc. Il sistema dell’IRPEF è basato su aliquote progressive, il che significa che le aliquote aumentano all’aumentare del reddito. Le entrate generate da questa imposta sono fondamentali per il finanziamento dei servizi pubblici.
  • L’aumento del costo della vita si verifica quando i prezzi dei beni e dei servizi di consumo aumentano in modo significativo e costante nel tempo. Si stima che, alla fine del 2023, l’aumento dei prezzi, salirà oltre il 5%. Questo fenomeno può essere causato da diversi fattori, tra cui l’inflazione, l’aumento dei prezzi delle materie prime, i cambiamenti nei modelli di domanda e offerta e le politiche economiche. L’aumento del costo della vita ha un impatto diretto sul potere d’acquisto delle famiglie, poiché richiede di spendere di più per gli stessi beni e servizi.
  • L’inflazione è un indicatore dell’aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi. Può essere causata da diversi fattori, tra cui l’aumento della domanda, i costi di produzione crescenti, ecc.. Un’elevata inflazione può erodere il potere d’acquisto e rendere più difficile per le famiglie soddisfare le proprie esigenze finanziarie.
  • Relazione tra IRPEF, aumento del costo della vita e inflazione: l’IRPEF è strettamente legata all’aumento del costo della vita e all’inflazione. Quando i prezzi dei beni e dei servizi aumentano, il reddito reale delle persone può diminuire, poiché devono spendere di più per gli stessi beni. Inoltre, l’aumento dei prezzi può influenzare l’IRPEF, in quanto le aliquote progressive potrebbero far sì che le persone siano tassate su redditi che ora hanno meno potere d’acquisto. Di conseguenza, il Governo, vuole rivedere l’IRPEF per permettere alle famiglie di affrontare l’aumento del costo della vita e l’inflazione, riducendo il peso fiscale e quindi fornendo un sollievo alle fasce di reddito colpite maggiormente dall’aumento dei prezzi.

 

Il calcolo dell’IRPEF 2023

Nel 2023, coloro che hanno una soglia di reddito fino a 8.174 euro sono nella cosiddetta “no tax area” per cui l’IRPEF non è dovuta, al di sopra di questa soglia di reddito invece l’IRPEF presenta i seguenti quattro scaglioni di reddito con aliquote progressive:

  • 1 Scaglione: fino a 15.000 euro -> aliquota IRPEF del 23%;
  • 2 Scaglione: tra 15.001 euro e 28.000 euro -> aliquota IRPEF del 25%;
  • 3 Scaglione: tra 28.001 euro e 50.000 euro -> aliquota IRPEF del 35%;
  • 4 Scaglione: oltre 50.001 euro -> aliquota IRPEF del 43%.

Si tratta di una progressività per scaglioni, che significa che il reddito è suddiviso in classi, ognuna della quali ha un’aliquota fiscale specifica. In questo sistema, all’aumentare del reddito, l’aliquota fiscale aumenta progressivamente. L’aliquota fiscale più bassa si applica al reddito all’interno del primo scaglione, la successiva si applica al reddito nel secondo scaglione, e così via. L’aliquota dell’ultimo scaglione si applica solo alla parte di reddito che supera il limite del penultimo scaglione.

Supponiamo che Giovanni abbia un reddito di 38.000 euro nel 2023:

  • rientra nel primo scaglione con i primi 15.000 euro di reddito. Quindi, l’aliquota del 23% si applica a questa parte del reddito, che corrisponde al 23% di 15.000 euro = 3.450 euro.
  • Il reddito successivo (28.000 euro – 15.000 euro = 13.000 euro) rientra nel secondo scaglione con un’aliquota del 25%. Quindi, l’imposta su questa parte del reddito è il 25% di 13.000 euro = 3.250 euro.
  • Il reddito rimanente (38.000 euro – 28.000 euro = 10.000 euro) rientra nel terzo scaglione con un’aliquota del 35%. Quindi, l’imposta su questa parte del reddito è il 35% di 10.000 euro = 3.500 euro.

 

Le principali modifiche approvate

Le principali modifiche approvate riguardano l’ampliamento fino a 8.500 euro della soglia di “no tax area” e la suddivisione dell’IRPEF in tre scaglioni e non più quattro. Le nuove aliquote corrispondono a:
23% per i redditi fino a 28.000 euro;
35% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro;
43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Pertanto se Giovanni ha un reddito di 38.000 euro:

  • rientra nel primo scaglione con i primi 28.000 euro di reddito. Quindi, l’aliquota del 23% si applica a questa parte del reddito, che corrisponde a 23% di 28.000 euro = 6.440 euro.
  • Il reddito rimanente (38.000 euro – 28.000 euro = 10.000 euro) rientra nel secondo scaglione con un’aliquota del 35%. Quindi, l’imposta su questa parte del reddito è il 35% di 10.000 euro = 3.500 euro.

In totale, Giovanni deve pagare 6.440 euro (dal primo scaglione) + 3.500 euro (dal secondo scaglione) = 9.940 euro di IRPEF. Il reddito netto di Giovanni sarà: reddito lordo – IRPEF = 38.000 euro – 9.940 euro = 28.060 euro.

In sintesi, le recenti modifiche all’IRPEF, oltre ad alzare la soglia di “no tax area”, hanno modificato il suo sistema di calcolo. Queste misure mirano a riformulare l’imposizione fiscale cercando di preservare il potere d’acquisto delle famiglie.

 

Attività

Supponiamo che Mario abbia un reddito annuo di 40.000 euro. Calcola l’IRPEF che Mario deve pagare sia in base agli scaglioni e alle aliquote del 2023 sia in base alle modifiche approvate di recente in via preliminare.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto ed Economia politica 5ed, vol. 3, pp. 313-316

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