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  Le proteste degli agricoltori in tutta Europa

Introduzione

Le attuali “proteste dei trattori”, che coinvolgono agricoltori in diversi Paesi europei, hanno ad oggetto questioni economiche, ambientali e legislative legate al Green Deal europeo e alla PAC (Politica agricola comune).
Vediamo quindi che come funzionano e che cosa prevedono il Green Deal e la PAC.

 

Cosa è il Green Deal e cosa prevede per il settore agricolo?

Il Green Deal Europeo è un’iniziativa strategica dell’Unione Europea che mira a rendere il continente climaticamente neutro entro il 2050.
Esso coinvolge i principali settori dell’economia, tra cui l’agricoltura, e prevede una serie di misure per promuovere uno sviluppo sostenibile. L’obiettivo è stimolare l’economia, migliorare la salute e la qualità della vita dei cittadini, tutelare l’ambiente e garantire la sicurezza alimentare di fronte alle incertezze geopolitiche, ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità.

Per il settore agricolo, il Green Deal introduce iniziative specifiche per promuovere pratiche sostenibili. Tra queste, la strategia “Farm to Fork” (“Dal produttore al consumatore”) mira a creare un sistema alimentare europeo più sano e sostenibile. Le misure includono la riduzione dell’uso dei pesticidi chimici del 50% e la promozione dell’agricoltura biologica. Inoltre, sono previsti finanziamenti e sostegni per facilitare la transizione verso pratiche agricole più sostenibili.

Il pacchetto di misure adottato nel luglio 2023 per un uso sostenibile delle risorse naturali comprende anche:

  • una nuova normativa sul monitoraggio dei suoli;
  • un regolamento sulle piante prodotte mediante tecniche genomiche,
  • misure per ridurre i rifiuti alimentari e tessili.

Queste azioni sono parte del pilastro “Risorse naturali” del Green Deal e mirano a rafforzare la resilienza del settore agroalimentare europeo, garantendo al contempo la disponibilità di prodotti a prezzi accessibili.

 

Cosa è la PAC?

La Politica Agricola Comune (PAC) è un’iniziativa dell’Unione Europea istituita nel 1962 per sostenere gli agricoltori, migliorare la produttività agricola, garantire un approvvigionamento stabile di alimenti a prezzi accessibili, tutelare l’ambiente e preservare le aree rurali.
La PAC cerca di garantire un tenore di vita equo per gli agricoltori, affrontando i cambiamenti climatici e la gestione sostenibile delle risorse naturali. Finanziata dal bilancio dell’UE, la PAC prevede sostegno al reddito, misure di mercato e sviluppo rurale per rispondere alle specifiche esigenze delle zone rurali.
La PAC 2023-2027, entrata in vigore il 1° gennaio 2023, si basa su piani strategici nazionali approvati dalla Commissione, contribuendo agli obiettivi del Green Deal Europeo, della strategia “Dal produttore al consumatore” e della strategia sulla biodiversità. Include sostegno al reddito per gli agricoltori, misure di mercato per affrontare le congiunture difficili, e programmi di sviluppo rurale per rispondere alle esigenze specifiche delle zone rurali​.

 

Cosa contestano gli agricoltori?

Gli agricoltori europei esprimono diverse critiche al Green Deal e alla PAC 2023-2027.
Le principali preoccupazioni includono:

  1. Riduzione dei pesticidi
    Il Green Deal richiede agli agricoltori di dimezzare l’uso dei pesticidi dannosi entro il 2030. Gli agricoltori temono che ciò possa limitare la loro capacità di combattere efficacemente le malattie delle piante, potenzialmente riducendo i rendimenti delle colture.

  2. Rotazione delle colture e nuove tecnologie
    Si chiede agli agricoltori di adottare pratiche di rotazione delle colture più sostenibili e di introdurre nuove tecnologie per ridurre le emissioni e gli sprechi alimentari. Tuttavia, gli agricoltori lamentano che l’introduzione di queste nuove pratiche richiede investimenti significativi senza garanzie di rendimenti economici adeguati.

  3. Costi dei carburanti e burocrazia
    In alcuni paesi, come la Germania, vi è stata un’opposizione specifica all’aumento delle tasse sul diesel agricolo, che aumenta i costi operativi. In generale, gli agricoltori richiedono sussidi più equi, la riduzione della burocrazia e misure per calmierare i costi dei carburanti.

  4. Liberalizzazione del commercio con l’Ucraina
    Gli agricoltori di alcuni paesi, come Polonia e Romania, sono preoccupati per l’ingresso di prodotti agricoli a prezzi stracciati dall’Ucraina, temendo che ciò possa distorcere il mercato a loro svantaggio.

  5. Concorrenza extra-europea
    Vi è la percezione che le norme ambientali rigorose imposte dall’UE non si applichino ai produttori extra-europei, mettendo gli agricoltori dell’UE in una posizione di svantaggio competitivo rispetto a quelli che non sono soggetti a tali regolamenti.

 

Queste critiche riflettono una tensione tra gli obiettivi ambientali del Green Deal e le preoccupazioni economiche degli agricoltori, che temono che le nuove misure possano aumentare i costi di produzione e ridurre la competitività senza offrire sostegni adeguati.

In generale, le proteste rappresentano un grido di allarme da parte degli agricoltori, che si sentono messi in difficoltà da decisioni politiche e da una crisi che colpisce il settore su più fronti: dalla sostenibilità economica alle politiche ambientali, fino agli effetti della globalizzazione e dei cambiamenti nelle abitudini alimentari.

 

Attività di ricerca e dibattito

Dividetevi in quattro gruppi, per rappresentare i diversi portatori di interesse (stakeholder) in campo: agricoltori, ambientalisti, consumatori, e rappresentanti dell’UE.
Dopo esservi documentati online con l’aiuto dell’insegnante, ogni gruppo presenta due o tre argomentazioni a favore o contro le misure del Green Deal e della PAC 2023-2027, tenendo conto degli aspetti ambientali, economici, sociali.
Gli altri gruppi, prendendo la parola a turno, muovono osservazioni sui pro e contro delle tesi sostenute.

 

Fonti per approfondire:

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Monti, Per Questi Motivi, vol. 3, p. 445
    Monti, Per Questi Motivi, Articolazione RIM, vol. 2, p. 172, 185
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica, vol. 3, p. 447
  • Ronchetti, Economia e sostenibilità, vol. 1, p. 93

 

 

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