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  L’Onu adotta la prima risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza

Introduzione

Dopo più di cinque mesi di guerra, il 25 marzo 2024 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato per la prima volta una risoluzione (risoluzione n. 2728) che chiede un cessate il fuoco nella striscia di Gaza, una richiesta più volte bloccata dal veto degli Stati Uniti che stavolta si sono invece astenuti.
Tale risoluzione, approvata con 14 voti a favore e un’astensione, chiede il cessate il fuoco nel mese del Ramadan come primo passo verso una tregua duratura, oltre che il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

 

Cosa prevede questa risoluzione?

La risoluzione chiede:

  1. il cessate il fuoco immediato per il mese del Ramadan;
  2. il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi;
  3. di ampliare il flusso di assistenza umanitaria e rafforzare la protezione dei civili in tutta la Striscia di Gaza e ribadisce la richiesta di eliminare tutti gli ostacoli alla fornitura di assistenza umanitaria su larga scala, nel rispetto del diritto internazionale;
  4. a tutte le parti in conflitto, quindi sia Hamas che Israele, il rispetto delle norme di diritto internazionale umanitario applicabili in questo conflitto.

È interessante notare che queste richieste non sono condizionate l’una rispetto all’altra, ma sono tutte vincolanti e separate e autonome.

 

Cosa è cambiato rispetto alle precedenti votazioni?

Il 20 febbraio 2024 gli Stati Uniti avevano posto il veto all’approvazione di una risoluzione sul cessate il fuoco, bloccando così la decisione.

Ricordiamo che il voto contrario di uno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza (e cioè Cina, Usa, Russia, Francia e Regno Unito) paralizza l’approvazione della decisione. Perciò corrisponde al potere di porre un veto.
Diversamente, il 25 marzo 2024, poiché gli Stati Uniti si sono astenuti, hanno reso possibile l’approvazione della risoluzione.

Provando ad immaginare i motivi che hanno portato a questa decisione si può sicuramente dire che gli Stati Uniti avevano manifestato nei confronti dell’alleato israeliano contrarietà per due motivi:

  • la mancanza di proporzionalità degli attacchi israeliani. In altri termini, nel tentativo di eliminare Hamas, il governo di Tel Aviv sta adottando strategie militari che causano la morte di un gran numero di civili;
  • il modo in cui viene gestito l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. Da tempo le stesse Nazioni Unite chiedevano che ci fosse un cambio di passo significativo nell’accesso degli aiuti umanitari.

 

Il  mancato rispetto della risoluzione e le conseguenze

Il ministro della difesa israeliano ha risposto che Israele continuerà a combattere fino a rilascio degli ostaggi.

Ma la risoluzione dell’ONU è vincolante. Infatti, la risoluzione utilizza il termine “chiedere” e non raccomandare.

Cosa succede se non viene rispettata la risoluzione? Si potrebbero imporre sanzioni contro Israele. Anche queste, però, dovrebbero essere adottate dal Consiglio di sicurezza attraverso una nuova votazione.

E in tale votazione potrebbe accadere che uno dei membri permanenti del Consiglio ponga il veto.

 

Attività

In questo articolo hai incontrato alcuni concetti chiave, quali:

  • Nazioni Unite
  • Consiglio di Sicurezza
  • Risoluzione
  • Membri permanenti
  • Veto
  • Sanzioni

Lavorando in coppie, scrivete una breve definizione di ciascun concetto chiave consultando il libro di testo. Al termine, confrontate il vostro lavoro con quello degli altri gruppi.

 

Fonti per approfondire:

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Monti, Per Questi Motivi, vol. 3, pp. 420-424.
  • Monti, Per Questi Motivi, Articolazione RIM, vol. 2, pp. 146- 150.

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