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  Decreto Cura Italia: sospensione dei pagamenti di mutui, leasing, prestiti e divieto di licenziare i lavoratori

Con il decreto-legge n. 18 del 2020, cosiddetto Decreto “Cura Italia”, il Governo è intervenuto per fronteggiare la difficile situazione che sta affrontando il nostro Paese.

Per aiutare le imprese e le famiglie in difficoltà, ha previsto la possibilità di sospendere mutui, leasing e prestiti e ha impedito il licenziamento collettivo dei lavoratori e il licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo.

Bisogna innanzitutto ricordare che si tratta di un decreto-legge, atto avente forza di legge del Governo, ed è quindi necessario che il Parlamento lo converta in legge entro 60 giorni altrimenti decadrà e verranno eliminati i suoi effetti retroattivamente, come se non fosse mai esistito.

Il d.l. n. 18/2020 prevede che le micro, piccole e medie imprese possano sospendere il pagamento delle rate di mutui, leasing e prestiti fino al 30 settembre 2020.

Al fine di supportare le famiglie, con il d.l. 9/2020 era stato prevista la possibilità per i lavoratori dipendenti, che si sono visti sospendere o ridurre l’orario di lavoro, e quindi lo stipendio, di richiedere la sospensione delle rate del mutuo per la prima casa fino a 18 mesi, posticipando quindi la scadenza del contratto di mutuo. Con il “Cura Italia” è stata data la possibilità di sospendere il mutuo sulla prima casa per un periodo di massimo 9 mesi, anche ai lavoratori autonomi che dimostrano di aver subìto delle perdite pari al 33% del fatturato dell’ultimo trimestre del 2019.

Per cercare di sostenere i lavoratori si prevede, per 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, che le imprese non possano procedere con il licenziamento collettivo dei dipendenti. Con licenziamento collettivo si intendono dei licenziamenti che possono fare le imprese con più di quindici dipendenti che, in conseguenza di una riduzione o trasformazione di attività o di lavoro, intendano effettuare almeno cinque licenziamenti, nell’arco di centoventi giorni.

Inoltre, non sarà possibile per gli imprenditori nemmeno procedere con licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo (ad esempio per il venir meno di esigenze produttive o per la chiusura di reparti o rami aziendali). Rimangono quindi possibili soltanto i licenziamenti per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo.

Immagine: ©️ http://www.governo.it/it/media/conferenza-stampa-del-presidente-conte-e-dei-ministri-gualtieri-e-catalfo/14288

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed, vol. 2, pp. 338 ss., 157 ss.
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed, vol. 1, pp. 216 ss.
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 1, pp. 260 ss., 578-580

 

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