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  Telemarketing aggressivo da parte di Vodafone: interviene il Garante della privacy

Diversi utenti si sono rivolti al Garante per la protezione dei dati personali per segnalare continui contatti telefonici da parte di Vodafone per promuovere i servizi di telefonia e internet. L’Autorità ha di conseguenza effettuato le dovute verifiche e ha riscontrato diverse criticità che riguardano la violazione dell’obbligo del consenso al trattamento dei dati da parte degli utenti, e le tutele privacy stabilite dal Regolamento Ue.  

In particolare sono stati fatti moltissimi contatti promozionali da parte di numeri fittizi o non censiti nel Registro degli Operatori di Comunicazione.

Per la maggior parte sembra trattarsi di call center abusivi che effettuano attività di telemarketing senza rispettare le disposizioni in materia di protezione dei dati personali. Ecco alcuni esempi: 

  • un utente ha lamentato la ricezione di almeno 4/5 sms pubblicitari al mese dal 2018 da parte di Vodafone, nonostante avesse comunicato alla società il proprio diniego alla ricezione di messaggi pubblicitari; 
  • altri clienti hanno denunciato che, a seguito di segnalazioni di malfunzionamenti della linea, ricevevano, tramite WhatsApp, la richiesta da parte di apparenti operatori Vodafone di inviare il proprio documento di identità. La stessa Vodafone ha poi dichiarato che questi contatti non sono risultati provenire da operatori da lei incaricati, né da parte di proprie agenzie; e che aveva già cercato di risolvere la problematica.

Il Garante, a seguito delle approfondite verifiche, ha contestato a Vodafone diverse violazioni al Regolamento Ue, per numerosi motivi, tra i quali: 

  1. Non ha provveduto, anche alla luce del rilevante numero di segnalazioni e reclami, a implementare sistemi di controllo. 
  2. Ha acquisito, da altre aziende liste di anagrafiche che queste aziende avevano a loro volta acquisito da altri soggetti. Il trasferimento dei dati verso Vodafone è avvenuto senza il necessario consenso per la comunicazione dei dati personali. 
  3. Sono risultate inadeguate le misure di sicurezza dei sistemi di gestione dei dati della clientela. 

Per questi motivi il Garante ha applicato una sanzione di 12.251.601 euro a Vodafone e ha ordinato alla società di:

  1. introdurre dei sistemi che consentano di provare che i trattamenti a fini di telemarketing si svolgano nel rispetto delle disposizioni in materia di consenso, 
  2. dimostrare che i contratti siano attivati solo a seguito di chiamate promozionali effettuate dalla sua rete di vendita, attraverso numerazioni censite e iscritte al Registro degli Operatori di Comunicazione,  
  3. irrobustire le misure di sicurezza al fine di impedire accessi abusivi ai database dei clienti e fornire pieno riscontro alle richieste di esercizio dei diritti formulate da alcuni utenti. 

Questo provvedimento del Garante della privacy ci dimostra che:

  • dobbiamo stare molto attenti quando diamo il consenso al trattamento dei nostri dati personali. Quindi, se ci fanno firmare dei moduli in cui dobbiamo inserire delle crocette, compiliamoli con molta attenzione, perché è sulla base di questi che le società potranno usare i nostri dati, per diverse finalità, anche quella di telemarketing;
  • anche noi “piccoli” utenti possiamo farci valere nei confronti dei “giganti” come Vodafone perché siano adeguatamente tutelati i nostri diritti. Ma come si fa in questi casi? È molto semplice: tramite un reclamo, ovvero lo strumento che consente all’interessato di rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali per lamentare una violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Monti-Faenza, Res publica 4ed, pp. 41 ss.

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