Verdiani,
Giacoma, Kolb: Guida all'uso del dizionario di tedesco (Zanichelli
editore, Bologna 2001)
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CAPITLO 2 - DOVE CERCARE UN TRADUCENTE
Dopo aver trovato la voce lessicografica all’interno della quale si trova presumibilmente il traducente che interessa al lettore, questi può leggere da cima a fondo la glossa per trovare l’informazione che gli interessa, ma questo sistema comporterebbe un inutile spreco di tempo, oltre a essere obiettivamente piuttosto noioso. La tecnica corretta per consultare un dizionario su carta è quella di rendersi conto di come sia strutturata la voce e di escludere dopo una prima veloce lettura le parti che non interessano. Per poter fare ciò il lessicografo predispone delle indicazioni, come la presenza di una struttura della voce evidenziata da lettere e da numeri, i sinonimi, le limitazioni d’uso, ecc. che aiutano il lettore a orientarsi.
La prima necessità di chi si accosta a un dizionario bilingue è infatti proprio quella di trovare il traducente adeguato alla situazione nella quale si trova. Che si tratti di una traduzione, della produzione di un testo, della comprensione di un programma radiofonico o altro il problema non cambia, dovrà in ogni caso trovare il termine più appropriato sia dal punto di vista semantico che da quello stilistico. A questa esigenza il dizionario risponde con soluzioni di complessità diversa a seconda dei lemmi. Nei casi di equivalenza diretta potremo trovarci di fronte a un solo traducente:
La presenza invece di più traducenti separati da una virgola segnala che essi sono intercambiabili. In questo caso il lettore dovrà operare la sua scelta fra i sinonimi proposti in base al contesto.
Oltre ai traducenti possono esserci anche uno o più esempi:
Il lemma può avere più accezioni – distinte da numeri arabi diversi, 1, 2, … – e quindi traducenti diversi. In questi casi ogni accezione è corredata da spiegazioni, strutture, collocatori e esempi in modo da rendere il più possibile evidente la differenza di significato fra accezioni diverse, e quindi anche la distanza che esiste fra i traducenti. Alla fine della voce si trovano inoltre la fraseologia esemplificativa, le espressioni idiomatiche e i proverbi, preceduti dal segno grafico • :
Nel caso lo stesso lemma abbia funzioni grammaticali diverse, queste vengono segnalate con lettere maiuscole (A, B,…) La struttura della voce può poi essere ulteriormente articolata in accezioni (1, 2,…), in modo tale che il lettore possa orientare con facilità la sua ricerca. Dovendo tradurre: er kommt mit dem Bus, avvalendosi delle informazioni messe a disposizione all’interno della voce – indicazioni grammaticali, sinonimi, spiegazioni, collocatori, esempi – il lettore sarà in grado di muoversi con sicurezza fino a individuare il seguente percorso:
La ricerca di un traducente può anche essere agevolata dall’appartenenza del termine a un particolare linguaggio tecnico. Dovendo tradurre la frase: naviga in internet (er/sie surft im Internet), l’utente affronterà la voce di navigare ben sapendo di aver bisogno di un termine del linguaggio informatico, che ha poco a che vedere con le altre accezioni del verbo navigare e che presumibilmente avrà un equivalente caratterizzato dallo stesso limite d’uso nell’altra lingua. Per arrivare velocemente al traducente che gli interessa il lettore andrà a cercarlo fra le accezioni tecniche, contraddistinte da un’etichetta e collocate in ordine alfabetico al fondo della voce. Lo troverà infatti al punto 5 inform.
Se il lettore volesse poi comprendere e tradurre la parola Rolle in una frase come la seguente: er hat bei der Sache keine entscheidende Rolle gespielt (non ha avuto un ruolo decisivo in quella faccenda), dovrebbe innanzitutto accorgersi dell’esistenza di due varianti dello stesso lemma, due omonimi, facilmente riconoscibili per la presenza di un numero in neretto fra parentesi (1). Come abbiamo già visto gli omonimi sono solo accidentalmente identici e hanno in realtà significati completamente diversi fra loro.
In questo caso ad esempio la presenza del verbo spielen nella frase: er hat bei der Sache keine entscheidende Rolle gespielt (non ha avuto un ruolo decisivo in quella faccenda), porterà il lettore a scartare Rolle (1) – visto il riferimento al linguaggio concreto e tecnico evidenziato in questa voce – e orientarsi piuttosto verso Rolle (2). Ora che si trova finalmente alle prese con la voce lessicografica giusta è solo all’inizio della sua caccia al tesoro. La glossa di Rolle (2) è, infatti, piuttosto articolata, e inoltre la presenza del verbo spielen facilita solo in parte la ricerca, dal momento che il numero degli esempi citati nei quali compare questa combinazione di parole, detta collocazione ristretta, è assai elevato. Inutile dire che a questo punto la ricerca si complica anche per chi stia procedendo su cd-rom. Il lemma è articolato in due accezioni, segnalate con i numeri arabi: la prima riguarda il linguaggio cinematografico e teatrale – ruolo, parte –, la seconda il linguaggio standard – ruolo–; in entrambi i casi il verbo spielen è un collocatore preferenziale. La maggior parte delle parole della lingua comune sono infatti polisemiche, hanno cioè accezioni diverse alle quali corrispondono parole diverse nell’altra lingua. Il dizionario ordina tutte le accezioni di una parola secondo una priorità legata alla frequenza d’uso e cerca di definire il più possibile il loro campo semantico, avvalendosi a questo scopo di etichette e spiegazioni. Proprio imparando a interpretare tutte queste indicazioni il lettore, dopo aver scartato la prima accezione di Rolle (1), film theatr, troppo settoriale, giungerà alla seconda e lì troverà il traducente che fa al caso suo.