Verdiani,
Giacoma, Kolb: Guida all'uso del dizionario di tedesco (Zanichelli
editore, Bologna 2001)
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2.6 Le strutture
Come abbiamo visto i collocatori ci permettono di individuare con maggior sicurezza le solidarietà lessicali esistenti fra le parole. Ci permettono inoltre di capire che tali solidarietà creano geografie delle parole diverse da lingua a lingua e che proprio il controllo di geografie così diverse rappresenta una delle maggiori difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere.
È però anche importante dare delle informazioni sul come i collocatori e il lemma si combinano tra loro. Nella lessicografia italiana stanno finalmente facendo la loro timida apparizione le strutture grammaticali, che cercano di ridurre a una formula quelle che vengono definite dalla grammatica tradizionale reggenze. Se pensiamo alla lingua come a un puzzle, i singoli tasselli sono i collocatori di un tassello principale chiamato lemma, mentre i bordi irregolari hanno la stessa funzione delle nostre strutture, cioè quello di far combinare due o più tasselli in un modo piuttosto che in un altro, permettendo alcune combinazioni ma non altre.
Le strutture grammaticali descrivono con una formula i contesti nei quali si inseriscono i lemmi, fornendo il tipo di complemento (animato o inanimato) abbinabile a un verbo, le preposizioni e i casi retti da sostantivi, verbi e aggettivi e gli altri possibili collegamenti sintattici. Esse costituiscono un tentativo di dare una grammatica della parola prendendo in considerazione, oltre alle reggenze dei verbi, anche quelle di aggettivi, sostantivi, ecc. generalmente poco evidenziate nei dizionari tradizionali.
Le strutture grammaticali sono date in neretto corsivo. Gli equivalenti nella traduzione sono dati in corsivo chiaro. Gli elementi facoltativi appaiono, come sempre, fra parentesi tonde. Per non ingombrare troppo la parte della voce che contiene le strutture grammaticali e per evitare problemi di specularità con la traduzione italiana, in certi casi le strutture grammaticali come etw zu tun sono elencate tra gli esempi che illustrano le singole accezioni e quindi sono in neretto.
Le forme jd, jds, jdm, jdn e qu stanno per persone e gruppi di persone, etw e qc per cose, animali e alcuni nomi collettivi.
2.6.1 Strutture dei sostantivi
La struttura viene data ai sostantivi ove necessario e segue sia il lemma che il traducente.
Quando le locuzioni reggono una struttura, questa viene data in neretto tondo e non in corsivo.
2.6.2 Strutture dei verbi
Quando il verbo è transitivo c’è sempre una struttura del tipo jdn/etw ~ (nel tedesco) e ~ qu/qc (nell’italiano). Nel traducente la struttura segue l’italiano ma precede il tedesco.
Quando un significato ha due o più strutture diverse, queste vengono trattate allo stesso punto per evitare di ripetere il sinonimo.
Le strutture etw zu tun o dass … e a fare qc, di fare qc, che … ecc. vengono inserite solitamente come esempi, a meno che si tratti di un lemma usato solo con una di queste strutture. In tal caso sono state trattate come tutte le altre strutture (neretto corsivo). Si noti che in tedesco fa parte della struttura anche la virgola che precede etw zu tun.
Il sich dei verbi tedeschi e il si di quelli italiani non sono considerati struttura. Quando una struttura non può essere descritta in modo soddisfacente con un infinito, essa viene formulata nella sua forma reale di occorrenza:
Quando nelle due lingue le strutture divergono eccessivamente si ricorre all’esempio:
Quando uno stesso significato è traducibile in un modo se ha la struttura e in un altro se non ce l’ha viene esplicitato così:
Quando l’uso assoluto e quello non assoluto di un verbo hanno traducenti diversi e quando per un certo significato esiste solo l’uso assoluto, questo viene esplicitato aggiungendo (uso assol):
Quando con un collocatore il verbo può essere usato sia assolutamente che non, ed è all’interno di un’accezione che non prevede l’uso assoluto per gli altri collocatori, l’informazione viene data nel modo seguente:
Nelle strutture le parti sostituibili sono state separate da una barra obliqua. Per maggiore chiarezza le locuzioni vengono messe tra parentesi. Le parentesi non sono state usate nella traduzione delle strutture, a meno che questo non fosse necessario per questioni di chiarezza. Sono tra parentesi anche le strutture che potrebbero sembrare ambigue senza.
Quando due strutture sono troppo diverse per essere registrate insieme usando la barra obliqua, si registrano una di seguito all’altra divise da una virgola, senza ripetere la tilde (per via del traducente).
A irgendwo(hin) corrisponde in ital. compl. di luogo, a irgendwie compl. di modo e a irgendwann/Zeitangabe compl. di tempo.
Per quanto riguarda i clitici locativi -ci e -vi, quando è stato possibile, sono stati trattati nel modo seguente:
La particella enclitica -ne viene ordinata secondo la struttura che rappresenta oppure nella fra-seologia al fondo.
In caso di struttura multipla non sono state unite le parentesi per indicare che, volendo, si può esprimere di qc senza necessariamente esprimere contro qu e viceversa.
2.6.3 Strutture degli aggettivi
La struttura del traducente segue l’aggettivo, eccetto quando quest’ultimo è costituito da un participio passato. In tal caso lo precede.
Quando una struttura poteva creare dei problemi di chiarezza è stata messa solo negli esempi. Alla voce abile si troverà quindi l’esempio abile negli affari anziché la struttura ~ in qc.
2.6.4 Strutture delle preposizioni
Le irregolarità sono state segnalate già nella struttura:
Quando si registrano insieme una prep e una loc prep la struttura della loc prep viene data in neretto corsivo anziché in neretto tondo per evitare confusioni nel traducente:
2.6.5 Strutture delle congiunzioni
Quando alla congiunzione segue un infinito, l’indicazione è …inf e non a/per fare qc, per analogia con le indicazioni congv e ind:
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Ricostruisci la struttura della seguente voce lessicografica: quatschen fam A tr (schwätzen) _______________________________ {Blödsinn, Unsinn} dire qc, blaterare qc fam: quatsch kein dummes Zeug!, non dire idiozie! fam B itr 1 (dumm und viel reden) chiacchierare, cianciare fam: quatsch nicht so dumm! fam, smettila di dire sciocchezze! 2 (sich unterhalten) _______________________ chiacchierare con qu, cianciare con qu fam, ciarlare con qu fam 3 (ausplaudern) parlare: irgendwer hat gequatscht! fam, qualcuno ha cantato slang/[spifferato tutto]! |
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Ricostruisci la struttura dei traducenti della seguente voce lessicografica: paragonare A tr 1 (confrontare) ~ qu/qc (a/con qu/qc) {poeta a un altro, film} _______________ vergleichen: ~ un testo con un altro, einen Text mit einem anderen vergleichen; non si possono ~ musicisti così diversi, man kann derart unterschiedliche Musiker nicht miteinander vergleichen; ~ qc (con qc) {dati, valori} _______________________________ vergleichen 2 (equiparare) ~ qu/qc a qu/qc {personaggio a una figura mitologica} _________________________________ gleichsetzen B rfl (confrontarsi): paragonarsi a qu sich _________________________ vergleichen, sich ___________________________ messen: non gli piace paragonarsi a suo padre, er vergleicht/misst sich nicht gern mit seinem Vater. |