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  L’8 e il 9 giugno in Italia si terranno le elezioni europee: come funzionano?

Elezioni per il Parlamento europeo: quello che serve sapere

Il Parlamento Europeo è composto da 705 deputati (dopo le elezioni del 2024 il numero salirà a 720, mentre prima dell’uscita del Regno Unito erano 751). I seggi nel Parlamento sono distribuiti in un numero fisso per ognuno degli Stati membri (che va dai sei per Malta, Lussemburgo e Cipro ai 96 per la Germania) secondo un criterio di “proporzionalità regressiva”.

Gli Stati con popolazione più numerosa hanno sì più seggi dei paesi meno popolosi, ma ai primi ne è attribuito un minore di quello che risulterebbe da una proiezione di proporzionalità pura. All’Italia sono attribuiti 76 seggi.

Il Parlamento europeo è l’unica istituzione dell’Unione Europea eletta direttamente dai cittadini europei. Lo è dal 1979, quando si sono tenute le prime elezioni per il Parlamento europeo. Prima gli euro-deputati erano designati dai Parlamenti nazionali. È stata la Conferenza di Parigi del 1974 ad avviare il processo che ha portato a decidere per l’elezione diretta del Parlamento. L’anno successivo i capi di Stato e di Governo hanno trovato un accordo sul punto, che hanno formalizzato con “l’atto elettorale” del 1976 (entrato in vigore, dopo la ratifica di tutti gli Stati membri, nel 1978).
L’atto elettorale del 1976 rappresenta, ancora oggi, la “legge elettorale europea”.

I deputati riservati ad ognuno degli Stati membri vengono distribuiti in base a elezioni nazionali. Le elezioni, quindi, sono regolate da leggi elettorali approvate dagli Stati membri.
L’Atto elettorale del 1976 stabilisce, infatti, solo dei principi generali comuni (validi, cioè, per tutti gli Stati), rinviando però la disciplina alle leggi di ciascuno Stato membro.
Le disposizioni comuni stabiliscono, in particolare, che le leggi nazionali siano ispirate al modello proporzionale, prevedono norme relative alle soglie minime (quelle che noi conosciamo come soglie di sbarramento) e alcune cause di incompatibilità.
Al di là di queste regole generali, le elezioni europee si svolgono in base a sistemi diversi per ciascuno Stato.

Ogni cinque anni, dunque, in ognuno degli Stati membri si svolgono le elezioni europee (le ultime elezioni si sono tenute nel maggio del 2019).
Le elezioni, che coinvolgono oltre 400 milioni di persone, costituiscono una delle più grandi elezioni democratica al mondo.

 

Come funzionano in Italia le elezioni per il Parlamento europea?

In Italia il meccanismo di distribuzione dei 76 seggi che gli sono attribuiti è regolata dalla legge n. 18 del 1978. La legge per l’Elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia prevede un sistema elettorale proporzionale, con una soglia di sbarramento nazionale del 4% e il voto di preferenza.

Per le elezioni europee il territorio nazionale è diviso in cinque circoscrizioni elettorali, a cui sono attribuiti i seggi disponibili all’Italia in proporzione alla popolazione coinvolta.

  1. Nord-occidentale (Piemonte – Valle d’Aosta- Liguria – Lombardia): 20 seggi
  2. Nord-orientale (Veneto – Trentino-Alto Adige – Friuli-Venezia Giulia – Emilia Romagna): 15 seggi
  3. Centrale (Toscana – Umbria – Marche – Lazio): 15 seggi
  4. Meridionale (Abruzzo – Molise – Campania – Puglia – Basilicata – Calabria): 18 seggi
  5. Insulare (Sicilia – Sardegna): 8 seggi

La ripartizione dei seggi tra le liste avviene attraverso un meccanismo un po’ complicato.  Nonostante ogni circoscrizione abbia liste diverse, in un primo momento i voti sono “contati” in un collegio unico nazionale e ripartiti tra le liste che hanno superato la soglia (su scala nazionale) del 4% dei voti validi. I seggi ottenuti da ciascuna lista vengono poi riassegnati alle 5 circoscrizioni, in misura proporzionale ai voti ottenuti in ciascuna di esse. Una volta stabilito qual è il numero dei seggi spettanti alla lista in ogni circoscrizione, vengono proclamati eletti i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze.

Il diritto di voto è esercitato dai cittadini italiani con almeno 18 anni di età. Per candidarsi, invece, l’età minima è di 25 anni. Possono votare alle elezioni italiane per il Parlamento europeo anche i cittadini di uno Stato membro residenti sul territorio nazionale.

Come avevamo visto in un numero precedente, il 22 febbraio 2024 la Commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica ha approvato all’unanimità (e con parere favorevole del Governo) un emendamento al decreto-legge n. 7 del 2024 che introduce una “disciplina sperimentale” per consentire agli studenti fuori sede di esercitare il diritto di voto alle prossime elezioni del Parlamento Europeo (8 e 9 giugno 2024).

Il voto si esercita in un’unica scheda elettorale, con cui si vota per una delle liste candidate nella propria circoscrizione ed esprimendo da una a tre preferenze. Nella scheda, quindi, gli elettori trovano le diverse liste elettorali e, per ciascuna di queste, i candidati che si presentano nella sua circoscrizione. Gli elettori possono decidere se votare semplicemente per una lista o esprimere, oltre al voto per la lista, uno o più preferenze.

 

Attività

In attesa delle elezioni di giugno, raccogli le informazioni sulle liste e sui candidati nella tua circoscrizione.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed., vol. 3, p. 420
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 5ed., vol. 3, p. 416
  • Monti, Per Questi Motivi, Vol. 3, p. 410

 

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