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  Repubblica Digitale: un nuovo fondo da 350 milioni di euro

Il mese scorso ci eravamo lasciati con la presentazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il documento programmatico che guiderà buona parte degli interventi di riforma da qui al 2026.

Il 29 gennaio è stato siglato il protocollo d’intesa tra il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD), il Ministro dell’economia e delle finanze, e il presidente di Acri (Associazione di fondazioni e di Casse di Risparmio SpA) per l’organizzazione del nuovo Fondo per la Repubblica Digitale.
Il Fondo costituirà uno strumento di sostegno economico per il prossimo quinquennio (2022-2026) che, in collaborazione con le fondazioni bancarie, permetterà di finanziare progetti di sviluppo delle competenze digitali destinati ai cittadini. Il Fondo verrà alimentato da versamenti operati dalle Fondazioni bancarie, versamenti che raggiungeranno la cifra obiettivo di 350 milioni di euro e che saranno compensati da crediti d’imposta a vantaggio delle fondazioni stesse.

  • Digitalizzazione è senz’altro uno dei termini che abbiamo sentito utilizzare maggiormente durante questi due anni di emergenza pubblica, nonché una delle traiettorie fondamentali per comprendere il futuro prossimo.
    D’altro canto, le restrizioni degli ultimi due anni hanno richiesto ai cittadini italiani di confrontarsi con la necessità di implementare strumenti di smart working e telelavoro, di relazionarsi online con la pubblica amministrazione (pensiamo ai click day per i sostegni economici, alle piattaforme come Immuni e Io), di coltivare le relazioni umane più significative restando a distanza. Per questo motivo si è parlato tanto di competenze digitali e transizione digitale: la comprensione dell’utilizzo degli strumenti informatici e di rete è un passaggio imprescindibile per il progresso della nostra società, quasi un nuovo percorso di alfabetizzazione.

Perché è necessario il fondo per la Repubblica Digitale?

Il Digital Economy and Society Index (DESI) rappresenta il principale indice di classificazione utilizzato dalla Commissione Europea per rappresentare la digitalizzazione nei 28 paesi dell’Unione. Gli indicatori utilizzati sono cinque:

  • Connettività,
  • Capitale umano,
  • Uso dei servizi internet,
  • Integrazione delle tecnologie digitali,
  • Servizi pubblici digitali.

Nell’ultima edizione del ranking, l’Italia si trova al ventesimo posto su 28 (l’anno precedente ci eravamo piazzati al venticinquesimo posto) e risulta carente soprattutto nell’ambito del capitale umano, cioè quello che riguarda le competenze digitali per cittadino. Inoltre, lo sviluppo dell’area di cittadinanza digitale è anche parte uno degli obiettivi fondamentali previsti dall’Agenda 2030.

In questo quadro interviene il nuovo fondo approvato dal Governo che sarà così gestito: viene individuato un Comitato di indirizzo strategico composto da 6 soggetti scelti da ACRI e dal Governo e un Comitato scientifico indipendente. Il primo avrà il compito di monitorare il processo di selezione e valutazione dei progetti da finanziare, il secondo quello di valutare i risultati ottenuti dai progetti finanziati. L’avvicinamento dei cittadini alla pubblica amministrazione, quindi, passerà sia dall’estensione dei servizi digitali che dall’aumento delle conoscenze dei singoli.

Come da comunicazione ministeriale poi, “entro sei mesi verrà individuato un soggetto attuatore del Fondo, che si occuperà di tutte le attività operative, come la redazione dei bandi, l’istruttoria ex ante delle proposte di progetto, la loro selezione e approvazione, le attività di comunicazione”.

 

Attività:  Misure di sostegno e partenariato pubblico-privato

Il nuovo Fondo per la Repubblica Digitale rappresenta una collaborazione tra istituzioni pubbliche (Mef e Mitd) e soggetti privati (le fondazioni bancarie). Quali sono le caratteristiche di un rapporto di questo tipo? Quali le differenze tra il rapporto di partenariato pubblico-privato e un contratto di appalto?
Sotto la guida dell’insegnante, fate una ricerca individuando esempi di partenariato e di contratto d’appalto, dopo di che esponete i risultati in classe cercando di evidenziare i punti di forza e di debolezza dei due strumenti.

 

Fonti per approfondire:

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Righi Bellotti, Il mondo dell’economia, pp. 38-40
  • Righi Selmi, Economia Globale, pp. 38-40

 

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