Verdiani, Giacoma, Kolb: Guida all'uso del dizionario di tedesco (Zanichelli editore, Bologna 2001)
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2.10 Le espressioni idiomatiche

A molti sarà capitato di studiare per alcuni anni una lingua straniera e di credere di saperla abbastanza bene ma di rimanere ugualmente disorientati leggendo un quotidiano o parlando con un madrelingua. È un’esperienza tutt’altro che rara quella di imbattersi in una sequenza di parole per noi incomprensibile, anche se conosciamo il significato di tutte le parole dalle quali è composta, prese una a una. Ci troviamo di fronte una delle tante espressioni idiomatiche (o modi di dire) la cui caratteristica principale è proprio quella di avere un significato differente dalla somma dei significati dei singoli elementi che la compongono. Piantare in asso qualcuno non equivale a

[il significato di piantare] +
[il significato di in] +
[il significato di asso] +
[il significato di qualcuno]

ma ha un suo significato autonomo, significa abbandonare qualcuno in una situazione difficile. Pertanto, anche spremendosi le meningi sui vari significati delle singole parole non si può arrivare a comprendere il significato di una espressione idiomatica che non si conosce, perché in idiomatica 2 + 2 non fa 4!

Se un rubicondo bavarese ridendo di gusto ci ha detto mit allen Wassern gewaschen sein…, che tradotto parola per parola significa essere lavato con tutte le acque, in realtà intendeva dirci quanto espresso dall’equivalente modo di dire italiano saperne una più del diavolo.

È emerso che i fruitori di un dizionario spesso lo consultano per avere informazioni sulle varie espressioni idiomatiche, (E. Blasco Ferrer, Italiano e tedesco: un confronto linguistico, Torino, Paravia, 1999, p. 229.) che da sempre costituiscono una delle maggiori difficoltà per chi si trova a usare una lingua straniera.

Uno degli obiettivi che ci siamo posti in questo dizionario è stato quello di rendere semplice ed efficace la ricerca di una espressione idiomatica. Ci siamo pertanto orientati verso un tipo di ordinamento sistematico e oggettivo, che garantisca all’utente un rapido reperimento dell’informazione cercata. Risponde a tali esigenze l’ordinamento alfabetico-grammaticale che sceglie la parola chiave sotto la quale ordinare l’espressione idiomatica secondo un criterio grammaticale e poi ordina alfabeticamente gli elementi così selezionati. A seconda della classe grammaticale alla quale appartengono gli elementi dell’espressione idiomatica si viene a creare all’interno della stessa una gerarchia. Se c’è un sostantivo, conta quello, se ce ne sono due, conta il primo. Se non ci fossero dei sostantivi, conta il verbo. Se non c’è il verbo, conta l’aggettivo. Se non c’è un aggettivo, conta l’avverbio.

La parola chiave viene così automaticamente determinata dalla sua funzione all’interno dell’espressione idiomatica e l’utente va a colpo sicuro. L’espressione idiomatica è infatti ordinata sotto il lemma che ne costituisce la parola chiave.

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Sotto quale lemma cercherete i seguenti modi di dire?
für einen Apfel und ein Ei, jdn abblitzen lassen, sich die (größten/dicksten) Rosinen aus dem Kuchen picken, sich einen antrinken, non avere né capo né coda, non dovere niente a nessuno, dormire in piedi, fare i conti senza l’oste.

Soluzione

Quando in una stessa voce lessicografica vengono registrate più espressioni idiomatiche bisogna seguire gli stessi criteri adottati per scegliere la parola chiave, escludendo ovviamente quella che ora costituisce il lemma. Si sceglie il secondo elemento più importante in ordine gerarchico. Se c’è un secondo sostantivo vale quello, se no vale il verbo, ecc., come descritto sopra.

Alla voce Auge si avrà pertanto il seguente ordine:

mit einem blauen Auge davonkommen
Augen haben wie ein Luchs
unter vier Augen

Non sempre è facile individuare un modo di dire quando ci si trova di fronte a un testo, ci vuole un po’ di allenamento e un buon rapporto col dizionario.

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Individuate nei seguenti testi i modi di dire e i loro confini.
Glaube ihm nicht, er hat alles von A bis Z erfunden.
Der Betrüger wand sich wie ein Aal, musste aber dann doch zugeben, dass alle seine Dokumente gefälscht waren.
Das ist doch nur die Schokoladenseite seines Berufs.
In den letzten beiden Jahren war es zu heiß, vor drei Jahren hatte es in Strömen geregnet.
Was gibt es Schöneres als sich in der Sonne zu aalen?
Wie ist das Buch? Es geht weg wie warme Semmeln!
Ich habe endlich das Haus gekauft, aber jetzt bin ich völlig abgebrannt.
Es ist ein sehr gutes Projekt. Trotzdem gibt es ein Aber dabei: die Finanzierung deckt nur 80% des nötigen Kapitals.
Einige technische Zwischenfälle taten dem Erfolg der Veranstaltung keinen Abbruch.
Es war klar, dass er Erfolg hatte, es war eine abgekartete Sache.

Soluzione

Come già evidenziato sopra, la traduzione parola per parola non è assolutamente praticabile per le espressioni idiomatiche. Vi sono tre tipi di equivalenza possibili tra le due lingue: quella totale, quella parziale e l’equivalenza zero.

Il caso ideale di equivalenza è quella totale, dove vi è sovrapposizione sia strutturale che semantica e piena corrispondenza a livello di lessemi. Una tale coincidenza di fattori connotativi e denotativi si riscontra perlopiù nelle cosiddette espressioni idiomatiche internazionali, la cui presenza nelle varie lingue testimonia un’origine comune (Tale origine può essere greca, latina, biblica, legata alle fiabe di Esopo oppure alle usanze medievali, ecc. Un esempio: eine Lanze für jdn brechen, spezzare una lancia in favore di qualcuno.) oppure un prestito o un calco. (Ad esempio: ein Fiasko sein deriva dall’italiano essere un fiasco.) Il punto debole sia per chi parla l’italiano che per chi parla il tedesco è il tallone d’Achille (die Achillesferse), mentre Pirro simboleggia sia al di qua che al di là delle Alpi una vittoria effimera (essere una vittoria di Pirro/ein Pyrrhus-Sieg sein). In alcuni casi non si può definire con certezza se l’origine è comune o se vi sono state delle origini parallele (dare una lavata di capo a qu/jdm den Kopf waschen, mettere le carte in tavola/die Karten auf den Tisch legen). Per la propria assenza si brilla sia nei paesi di lingua italiana che in quelli di lingua tedesca (brillare per la propria assenza/durch Abwesenheit glänzen). Particolarmente ricca è la corrispondenza per le espressioni idiomatiche che contengono un animale o una parte del corpo (non chiudere occhio/kein Auge zutun, parlare con qualcuno a quattr’occhi/jdn unter vier Augen sprechen, dire le cose in faccia a qualcuno/jdm etwas ins Gesicht sagen, perdere la testa/den Kopf verlieren, prendere il toro per le corna/den Stier bei den Hörnern fassen/packen…).

Nel confronto del patrimonio idiomatico tedesco e italiano si nota immediatamente come, nonostante le espressioni idiomatiche siano generalmente legate a una certa cultura o a una certa lingua, (Da lì espressioni idiomatiche!) in realtà vi siano molte più immagini o espressioni in comune di quanto si possa supporre. Le cause sono sicuramente legate a fattori storici, sociali, economici, nonché al lungo contatto tra le due popolazioni e alla diffusione della letteratura in buona parte tradotta.

Il tipo di equivalenza più comune tra espressioni idiomatiche di lingue diverse è quella parziale, che si basa su una essenziale identità di contenuto, ma che diverge per altri fattori.

Se vi è uguaglianza di significato e di struttura, ma i lessemi differiscono, si parla di equivalenza semantico-strutturale. Tale discrepanza lessicale può essere minima (fare di una mosca un elefante/aus einer Mücke einen Elefanten machen) oppure rilevante (cogliere la palla al balzo/die Gelegenheit beim Schopfe fassen). (Altri esempi: non avere né capo né coda/weder Hand noch Fuß haben, prendere due piccioni con una fava/zwei Fliegen mit einer Klappe schlagen, lasciare qu in asso/jdn in Stich lassen, essere un corpo e un’anima/ein Herz und eine Seele sein, dare a qu una gatta da pelare/jdm eine harte Nuß zu knacken geben, coprirsi con le penne del pavone/ sich mit fremden Federn schmücken, fare qc in un batter d’occhio/etwas im Handumdrehen machen, avere una fame da lupo/einen Bärenhunger haben, avere un cervello da gallina/ein Spatzenhirn haben, stare sulle spine/wie auf Kohlen sitzen...)

Se invece vi è uguaglianza solo di significato ma non di struttura o di lessemi, si parla di equivalenza semantica. Uno stesso fatto può produrre risultati linguistici diversi in lingue e culture differenti. In questo caso si parla anche di sostituzione dell’espressione idiomatica. Se l’italiano è duro di comprendonio, il tedesco avrà un’asse davanti alla testa (ein Brett vor dem Kopf haben) e mentre il primo può sperare di cavarsela a buon mercato, il secondo sarà contento se riuscirà a uscirne con un occhio nero (mit einem blauen Auge davonkommen) e non con danni peggiori. (Altri esempi: avere ancora il latte alla bocca/noch grün hinter den Ohren sein, non ricordare dalla bocca al naso/ein Gedächtnis wie ein Sieb haben, averne sin sopra i capelli/die Nase voll haben, essere un amico per la pelle/mit jdm durch dick und dünn gehen, tirar l’acqua al proprio mulino/sein Schäfchen ins Trockene bringen, fare la parte del leone/die Hauptrolle spielen, in quattro e quattr’otto/im Handumdrehen, essere nato con la camicia/ein Sonntagskind sein, molto fumo e poco arrosto/mehr Schein als Sein, fare una gaffe/ins Fettnäpfchen treten, farsi in quattro/sich ein Bein für jdn ausreißen, saperne una più del diavolo/mit allen Wassern gewaschen sein ...)

Si parla inoltre di equivalenza parziale quando un’espressione idiomatica può essere intesa in una lingua anche in senso letterale, mentre l’equivalente può essere inteso nell’altra lingua solo in senso letterale o solo in senso figurato. È il caso ad esempio di avere le bende davanti agli occhi che ha il suo equivalente letterale in eine Binde vor den Augen haben/tragen, mentre quello idiomatico è mit Blindheit geschlagen sein.

Si parla di non equivalenza o di equivalenza zero quando all’espressione idiomatica di partenza non corrisponde nella lingua d’arrivo un’espressione idiomatica e quindi bisogna ricorrere ad altri mezzi espressivi o a una parafrasi esplicativa.

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