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Legenda

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  La riforma fiscale per il 2024: dal Governo nuove regole per contrastare l’evasione

Il 2024 si preannuncia come un anno pieno di cambiamenti per quanto riguarda la normativa fiscale italiana. La legge n. 111/2023Delega al Governo per la revisione del sistema tributario”, approvata lo scorso agosto, ha assegnato all’esecutivo il compito di emanare i decreti attuativi necessari a una sostanziosa modifica delle norme fiscali, dei rapporti tra contribuenti ed erario, degli apparati sanzionatori penale e amministrativo in materia. Tra gli obiettivi delle modifiche normative già approvate o ancora da approvare figurano:

  • rendere più efficace ed efficiente il contrasto all’evasione fiscale;
  • semplificare il sistema tributario per i contribuenti;
  • razionalizzare i rapporti del cosiddetto “doppio binario”, cioè tra il sistema sanzionatorio penale (i reati tributari) e le sanzioni amministrative erogate dall’Agenzia delle Entrate.

Di alcune novità, che entreranno in vigore già da quest’anno, avevamo già discusso su Ultim’Ora.

  • Per cominciare, è questo l’anno in cui vedremo applicata la riduzione delle aliquote IRPEF da 4 a 3 (ne avevamo parlato qui).
  • Inoltre, dal 1° Gennaio è entrata in vigore la global minimum tax, la nuova imposta che permetterà di tassare i profitti realizzati all’estero delle grandi imprese multinazionali (ne parlavamo qui).

Tra le notizie di febbraio, vi segnaliamo l’approvazione preliminare del nono decreto attuativo della riforma, dedicato al sistema sanzionatorio. Prima di affrontarne le specificità, facciamo un passo indietro per chiarire alcuni concetti fondamentali.

 

Evasione fiscale: un problema di tutti?

I dati più recenti sull’evasione fiscale nel nostro Paese parlano di oltre di 86 miliardi di euro sottratti alle entrate pubbliche. La principale responsabile resta l’imposta sui redditi – IRPEF per le persone fisiche, IRES per le società – ma vanno considerate anche imposte come l’IMU sul possesso dei beni immobili, nonché le varie imposte regionali (come l’IRAP per le attività produttive) e, ovviamente, il gettito IVA (imposta sul valore aggiunto).

Se è vero che orientarsi tra le varie tipologie di tributi e le conseguenti responsabilità non è certo semplice, avvicinarsi al mondo delle regole tributarie significa anche e soprattutto cercare di comprenderne il senso e la necessità.
La capacità dello Stato di rispondere alle esigenze dei cittadini attraverso servizi pubblici efficienti e accessibili a tutti grava sulla spesa pubblica e sulla partecipazione di tutti i contribuenti alle entrate necessarie a sostenerla. Se i cittadini decidono di sottrarsi a questo dovere – sancito dall’art. 53 Cost. – su chi ricadono le conseguenze?

A pagare il prezzo dell’evasione fiscale sono soprattutto gli onesti contribuenti, questione morale non di poco conto, specie in un momento storico delicato come quello attuale. Ridurre l’evasione permetterebbe di alleggerire la pressione fiscale e, di conseguenza, di ridurre il carico che imposte e tasse hanno per i contribuenti.

Per comprendere la delicatezza degli interventi in materia tributaria, pensiamo alla curva di Laffer, che mette in relazione le aliquote d’imposta e i tributi effettivamente pagati dai contribuenti. Secondo la curva, aumentando le tasse le entrate aumenteranno fino a un valore massimo oltre il quale i contribuenti sceglieranno più frequentemente di non pagarle attraverso comportamenti di evasione (non pagando dolosamente) o elusione (sfruttando le ambiguità normative per ridurre l’importo dei tributi dovuti).  Per far sì che le entrate pubbliche aumentino, insomma, il sistema deve essere non solo efficace, permettendo allo Stato di massimizzare le entrate, ma anche efficiente, in equilibrio tra i costi necessari ad assicurare il controllo fiscale e la partecipazione attiva dei contribuenti al sistema.

Vediamo ora quali modifiche introduce il decreto attuativo che è stato approvato preliminarmente il 21 febbraio.

 

Equità e proporzionalità, la sfida del sistema sanzionatorio

Quando parliamo di sanzioni tributarie, occorre tenere presente che il sistema sanzionatorio italiano si appoggia su un doppio binario, amministrativo e penale.

  • Lo scopo del sistema amministrativo è quello di consentire il recupero delle entrate evase o eluse. I poteri sanzionatori dell’Agenzia delle Entrate, che opera attraverso accertamenti e conseguenti sanzioni pecuniarie, hanno il compito di recuperare quanto ingiustamente sottratto compensando i costi pubblici per il controllo e il recupero fiscale. Coerentemente con le intenzioni della riforma, le sanzioni pecuniarie amministrative vengono riviste al ribasso.
    Il sistema previgente, che prevedeva la possibilità di sanzionare gli evasori fino al 240% dei tributi non pagati, vedrà una riduzione massiccia. Le sanzioni arriveranno fino a un massimo del 120% e potranno essere ulteriormente ridotte da un quinto a un terzo, applicando i principi di proporzionalità e favorendo la possibilità di rateizzare i pagamenti per permettere l’effettivo recupero delle somme non pagate. In questo senso, il 22 febbraio è entrato in vigore anche il d. lgs. n. 13/2024 che introduce il nuovo concordato preventivo biennale per gli aderenti al regime forfettario e i soggetti Isa (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale).
    L’obiettivo delle modifiche, quindi, è quello di accompagnare il contribuente nell’effettivo recupero delle somme non pagate, a beneficio dell’efficienza del sistema tributario.
  • Dal punto di vista penale, il richiamo è ad una maggiore equità del sistema. La riforma accoglierà gli indirizzi giurisprudenziali per consentire la non punibilità delle condotte relative a normative ambigue o alle imposte non pagate per cause di forza maggiore (contribuenti in difficoltà e costretti a scegliere tra la propria sopravvivenza e il pagamento dei tributi). D’altro canto, sono previste delle aggravanti in caso di comportamento fraudolento. In poche parole, quando verrà accertato il dolo da parte del contribuente, le sanzioni potranno essere aumentate dalla metà fino al doppio.

 

Attività

Il peso dell’economia sommersa 

Non solo evasione fiscale. Avete mai sentito parlare di lavoro “in nero”? Con il termine economia sommersa, ci si riferisce a tutte le attività produttive illecite, non dichiarate, sottratte al controllo pubblico e, di conseguenza, alla contribuzione dovuta. Qual è il peso dell’economia sommersa per il nostro Paese?
Fate una ricerca online, individuale o in piccolo gruppo (2-3 studenti) e cercate dati sull’economia sommersa negli ultimi anni. L’obiettivo della ricerca è produrre una presentazione da condividere con i compagni che risponda alle seguenti domande:

  • Il fenomeno dell’economia sommersa è in calo o in crescita
  • Rispetto ad altri Stati, europei e non, come si posiziona il nostro Paese?
  • Che tipo di misure proporresti per favorire l’emersione delle attività illecite?

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 5 ed, vol. 3, pp. 318-320
  • Ronchetti, Economia e sostenibilità, vol. 1, pp. 300 ss.
  • Ronchetti, Relazioni internazionali, vol. 1, pp. 318 ss.
  • Monti, Per questi motivi RIM, vol. 2, pag. 438-440
  • Monti, Per questi motivi, vol. 2, pag. 181-183
  • Monti-Faenza, Res publica 4ed, pp. 180-181
  • Righi Bellotti – Selmi, Economia Globale, pp. 442-443
  • Righi Bellotti – Selmi, Il mondo dell’economia, pp. 157-162

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