Antico e colossale: il guerriero di Capestrano

Era un giorno di settembre del 1934 quando il contadino Michele Castagna urtò con la pala su qualcosa di duro mentre scavava nel suo terreno a Capestrano, in provincia dell’Aquila. Non sapeva ancora di avere scoperto per caso una delle statue più importanti dell’arte italica, la scultura di un possente guerriero risalente al VI secolo a.C.

Guerriero di Capestrano

La statua, realizzata in pietra calcarea, rappresenta una figura maschile con le gambe ben piantate a terra e le braccia ripiegate sull’addome in una posa rigida. Ricorda vagamente un kouros greco per lo sguardo perfettamente frontale.
Si capisce che è un guerriero dalla spada che stringe al petto assieme a un pugnale e un’ascia e dalle protezioni che gli coprono il busto. Due lunghe lance sono, invece, incise nei pilastrini laterali di rinforzo.

Particolare del guerriero di Capestrano

Naturalmente la cosa più curiosa è il cappello. Realizzato in un blocco di pietra separato, ha la forma di un grande disco sormontato da una calotta semisferica e da un ciuffo di piume, sempre in pietra. Forse si tratta di un copricapo rituale, forse di uno scudo posto a protezione della testa.

Guerriero di Capestrano visto da dietro

Il corpo, anche se semplificato nell’anatomia, è abbastanza proporzionato ad eccezione dei fianchi molto larghi che inizialmente fecero pensare a una figura femminile.
La statua, inoltre, presenta lievi tracce di colore soprattutto sulle corregge, le fasce di cuoio che reggono le protezioni del guerriero. Originariamente doveva essere molto più colorata di come appare adesso.

Ma chi è questo personaggio misterioso? Secondo un’iscrizione laterale si tratterebbe del re Nevio Pompuledio mentre l’autore della statua sarebbe lo scultore Aninis. La statua probabilmente segnava la sottostante sepoltura reale (ma oggi è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo, a Chieti).

Non si sa molto altro di quest’opera, ma sicuramente le sue notevoli dimensioni e la grande cura per la raffigurazione delle armi ci raccontano di un uomo forte e valoroso, caratteristiche per le quali è considerato oggi il simbolo dell’identità abruzzese.
Questa statua, tuttavia, non è unica nel suo genere. In Germania sono state ritrovate due sculture molto simili risalenti alla stessa epoca: il Guerriero di Hirschlanden, nudo e schematico, e il Guerriero di Glauberg dotato di grandi orecchie. Forse, tra i popoli europei, circolava lo stesso modello visivo.
Osserva le tre statue: hanno tanti elementi in comune, vero?

i tre guerrieri dell'età del ferro

Adesso però è arrivato il momento di mettersi al lavoro. Prova a creare una piccola scheda di analisi del Guerriero di Capestrano basandoti sulle tre S: soggetto, stile e significato. Ti aiuterò con delle domande per guidarti nella lettura dell’opera.

Soggetto: cosa rappresenta? quali elementi ci aiutano a identificarlo? come si chiama il personaggio? Che dimensioni ha? quando è stato realizzato? in quale posa è raffigurato?

Stile: il personaggio è rappresentato in modo schematico o realistico? ci sono molti dettagli? ci sono delle anomalie nelle proporzioni del corpo? ha qualcosa in comune con i kouroi greci? somiglia ad altre statue di guerrieri coevi? è sempre stato del colore della pietra?

Significato: che sensazioni trasmette? perché è considerato un simbolo dell’Abruzzo?

Buon lavoro!

 

4 Risposte

  1. Annamaria ha detto:

    Grazie mille . Avrei voluto ringraziarti sotto al post che rimanda a questo sito, Emanuela; seguo tutti i tuoi post di didatticarte, sono interessantissimi, con efficaci introduzioni e ricchissimi di spunti.
    Non sono una docente né una studentessa(purtroppo, soprattutto in questo ultimo caso), ma mi sono interressata all’arte, dopo i 30 anni più o meno e ancora di piu’, da quando seguo il tuo blog, che come ho detto poc’anzi trovo particolarmente interessante e pieno di spunti, che inducono e facilitano l’approfondimento degli argomenti trattati. Quando io frequentavo le medie, purtroppo la storia dell’arte veniva considerata una materia di seconda “categoria” per importanza, così spesso,l’acquisto del libro di storia dell’arte era per lo più sacrificato per altri libri considerati piu’ necessari, cosi come é accaduto a me,ma io ho sempre desiderato quel libro, di cui ricordo ancora benissimo l’illustrazione di copertina e quella particolare ruvidita’ che aveva.Purtroppo ho proseguito gli studi,con indirizzi che non contemplevano lo studio della storia dell’arte. Mano mano ho perso ogni intetesse per essa, o più che altro, “abbandonato” in soffitta. Ma poi dopo una serie di cambiamenti e scelte piuttosto incisive nella mia vita, ho riscoperto tutto l’interessr ancora più forte, per questa bellissima disciplina, quasi tutti i weekend sono in giro per musei, mostre di pittura di ogni genere, e grazie anche a te conosco ogni giorno notizie intetessanti che come dicevo mi forniscono non pochi spunti per i miei approfondimenti.
    Quindi un grazie Grandissimo a te!!

  2. Andrea ha detto:

    Prof non ho capito

    • Emanuela Pulvirenti ha detto:

      Ciao Andrea, non sono la tua insegnante. Se non hai capito l’attività richiesta devi rivolgerti direttamente al/alla docente che te l’ha assegnata.