Il mondo a due dimensioni nei mosaici bizantini
In tutta la storia dell’arte si sono alternati due modi di rappresentare la realtà: farla apparire reale e tridimensionale oppure renderla astratta e bidimensionale.
I primi che sono riusciti a raffigurare le cose con grande realismo sono stati i Romani. Nei loro affreschi si possono osservare architetture e oggetti dipinti in modo da apparire simili a quelli che vedono i nostri occhi.
Gli artisti bizantini (V sec. d.C), invece, rifiutavano la tridimensionalità. Nei loro mosaici a fondo oro tutto è schiacciato su un unico piano e non c’è più né volume né profondità. In questo che raffigura il porto e la città, realizzato nel 526 dentro la chiesa di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, le navi sembrano sovrapposte l’una sull’altra e gli edifici circolari appaiono piatti.
Era un modo per evitare di creare qualsiasi forma di realismo che avrebbe fatto pensare a luoghi umani e non divini.
La stessa cosa avviene per la raffigurazione del cortile del palazzo di Teodorico, sul lato opposto della navata. I due lati del portico a fianco dei tre archi centrali, che nell’edificio reale erano perpendicolari alla facciata, sono stati ribaltati sullo stesso piano del fondo in modo da non suggerire la profondità spaziale.
Ecco come avrebbe dovuto essere rappresentato il cortile se i Bizantini avessero scelto uno stile tridimensionale, con la prospettiva che usavano già i Romani.
Nella basilica di San Vitale, sempre a Ravenna, sul mosaico dell’abside si può osservare il vescovo Ecclesio che tiene in mano un modellino della stessa chiesa, nell’atto di offrirlo a Cristo.
L’edificio, oltre ad essere semplificato nelle sue forme, è raffigurato in modo bidimensionale: le tre finestre arcuate della parte superiore, infatti, non dovrebbero apparire della stessa dimensione perché la rotondità dell’edificio rende quelle laterali più strette.
In altre viste di città, i Bizantini rappresentavano alte mura decorate come gioielli e palazzi ammassati l’uno sull’altro con strane inclinazioni delle facciate.
Spesso queste immagini di città stanno nella parte inferiore dei mosaici, ad indicare la terra. Le figure sacre sono poste, invece, nella parte superiore. Ma non si tratta di città qualunque: sono Gerusalemme e Betlemme, città sante per i cristiani.
Proprio Gerusalemme è stata raffigurata in una delle più antiche mappe, un mosaico bizantino del VI secolo in cui gli edifici sono sovrapposti senza nessun effetto di profondità. Le case sembrano incastrate tutte sullo stesso piano e le colonne della strada principale sono ribaltate sui due lati della via.
Per capire quanto sia deformata questa mappa basta fare un confronto con una del XVI secolo. In questo caso gli edifici e lo spazio sono molto più realistici.
Adesso è il tuo turno. Vuoi provare a creare una città tridimensionale? Ti consiglio di usare un’applicazione online molto semplice chiamata Tinkercad.
Sul piano di lavoro puoi inserire i solidi a disposizione: un parallelepipedo per la casa e un prisma triangolare per il tetto. Per fare le torri o edifici cilindrici puoi inserire gli altri volumi. Basta scegliere un solido dall’elenco e fare clic sul reticolo di base.
Il risultato può essere anche molto completo. Puoi aggiungere tante case e anche le mura di cinta in modo da ricreare una città del tempo dei bizantini.
Attraverso il cubetto in alto a sinistra puoi ruotare la vista e scegliere il punto più interessante.
Confronta adesso la tua scena con quella dei mosaici bizantini. Cosa la fa sembrare più tridimensionale? Ti do qualche aiuto: osserva e confronta le ombre sulle superfici e la forma delle facciate delle case.
Buon lavoro!